SUZUKI 380 GT
Un anno appena dopo la sua 750 GT, la Suzuki presenta delle 380 e delle 550 cc., pure a tre cilindri, ma questa volta con raffreddamento ad aria.
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Suzuki 380 GT
La Suzuki gioca la carta della saggezza con moto docili, silenziose e apparentemente confortevoli. Come nel caso della 750, questo orientamento, più turistico che sportivo, sarà un handicap per le vendite delle 380 e 550 GT, con un pubblico portato verso le macchine di maggiori prestazioni.
Errori di giovinezza
La 380, come la maggior parte delle Suzuki dell’epoca, porta il peso di una sospensione posteriore troppo rigida e di un’altezza dal suolo troppo scarsa in curva. E, soprattutto, la Suzuki ha commesso un altro grosso errore e cioè quello di aver riservato il freno anteriore a disco alla sola 550.
Benché questo errore venga rimediato alla fine del 1972, la 380 GT non ha il successo che meriterebbe. Le 380 e 550 GT spariscono alla fine del 1977, quando la Suzuki, specialista incontestata del motore a due tempi, è costretta a passare al quattro tempi per adeguarsi alle norme antinquinamento americane.
La 380 GT, e le altre 2 tempi della Suzuki a partire dal 1972, si distinguono per un elaborato raffreddamento ad aria, chiamato RAM, con un apposito sistema per convogliare l’aria fresca sopra la testa. Il motore, particolarmente silenzioso, sviluppa la sua potenza da 1000 a 7000 giri senza contraccolpi. La velocità dichiarata era di 165 km/h. b0345
Con questa moto,dotata di 6 marce e segnalatore digitale del rapporto inserito,lasciai al semaforo sulla statale, un alfista dal gomito sporgente con ancora il sorriso beffardo,che mi guardava e accelerava.Dopo pochi metri ero già a 150 e lui piccolo piccolo negli specchietti era li ancora che sgommava.