INNOCENTI … la Mini tutta italiana (1975/1993) – Italia

La MINI di Bertone

innocenti mini

Nel 1975 la British Leyland rileva completamente il settore auto dell’Innocenti, costituendo a Lambrate il centro di smistamento dei veicoli del gruppo British Leyland diretti in Europa, e facendo nascere il nuovo marchio Leyland Innocenti.

Uno degli Spot di quegli anni

Durante questo periodo debuttano la Regent (Austin Allegro montata su licenza in Italia), e la seconda auto pensata autonomamente dalla Innocenti: la Mini 90 o Mini 120 (a seconda delle motorizzazioni).

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In realtà questa vettura è una evoluzione a 3 porte della Mini classica, monta quasi invariati tutti gli organi della Mini inglese, ma con una carrozzeria completamente rinnovata, personale e moderna, opera del carrozziere – stilista Nuccio Bertone, con il primato dei “5 posti in 3 metri”.

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La gamma del 1977

Nel 1976 la Leyland inglese, in grave crisi, decide di dismettere lo stabilimento di Lambrate. Dopo vertenze, trattative e scontri tra le maestranze, il Governo e i sindacati, è Alejandro De Tomaso, insieme alla GEPI, a rilevare stabilimenti e marchio. Con De Tomaso vengono rimesse subito in produzione le Mini di Bertone, dapprima con la vecchia tecnologia inglese, nelle versioni 90, 120 e De Tomaso (120 con caratterizzazione sportiva), poi ampliando la gamma di 90 e 120 con livelli di finitura diversificati (base, L, SL).

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Nel 1980 arriva la Mille, primo restyling della Mini Bertone e prima utilitaria italiana con gli alzacristalli elettrici di serie.

A partire dal 1982, si procede ad un ulteriore lieve ritocco estetico delle Mini Bertone, cui corrisponde un sostanziale rinnovamento del sottopelle. Motori, cambi e sospensioni (i vecchi organi di fornitura inglese) vengono rinnovati con moderni motori e cambi a 5 marce forniti dalla Daihatsu giapponese e sospensioni completamente italiane (di ispirazione Fiat 127). Molto caratteristici i nuovi motori a tre cilindri che accompagnano, da qui al 1993 le piccole Innocenti, affiancati, per un breve periodo, anche da un tecnologico e scattante 617 cm³ due cilindri per la “650”, che è stata la prima utilitaria del segmento A con cambio a cinque velocità.

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Nasce così la 3 Cilindri, poi rinominata MINITRE, in diverse versioni ed allestimenti e perfino, nel 1986, la versione più lunga e spaziosa “990” di cui fu anche prevista una versione a 4 porte, mai entrata in produzione. Memorabili le versioni Matic, con cambio automatico, la Turbo De Tomaso, con uno scattante motore sovralimentato da un litro, e la versione della 990 SE, unica nel panorama delle utilitarie del 1986, con l’aria condizionata (derivata dall’impianto “Autoclima” montato sulla Maserati Biturbo).

La storia della Maserati Biturbo

Nel 1988 e fino a quasi tutto il 1989, ad una nuova versione della Mini, la neonata Innocenti 500, va il merito (avendo riscosso un discreto successo commerciale) di aver portato in attivo i bilanci della casa milanese. Disponibile in due livelli di allestimento L ed LS, ha un nuovo motore Daihatsu di 548 cm³, tre cilindri e cinque marce senza contoalberi di bilanciamento, scattante ed economico.

Nel 1990, in forte crisi per le perdite legate al marchio Maserati, De Tomaso inizia a passare quote dell’Innocenti e poi di Maserati a FIAT, che ne diviene ben presto proprietaria di entrambe le case al 100%. All’atto della transizione verso la Fiat nascono varie versioni speciali della Mini, ora rinominata Small 500 e Small 990. In particolare, la 990 può essere disponibile con interni in prestigioso velluto spigato Missoni oltre che con il tetto apribile, e la Small 500 con carrozzeria nera e vivace tappezzeria color Arancio.

Il canto del cigno per la Mini Innocenti sono le versioni catalizzate delle sopracitate Small, insieme a un’ulteriore versione speciale numerata (con portachiavi in argento e pergamena) la Innocenti Small 500 SE (su carrozzeria 990), con la quale si chiuse definitivamente la produzione della piccola utilitaria milanese. b0380

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