Trabant
Molte persone al di fuori del blocco sovietico non sentirono mai parlare di queste macchinette senza pretese prima del crollo del Muro di Berlino (1989). Ma nel momento in cui migliaia di tedeschi dell’est si riversarono nella Germania Ovest, le vetture diventarono parte integrante del panorama consueto.
La Trabant, intesa come un basilare mezzo di trasporto a quattro posti per le masse durante la Guerra Fredda, veniva realizzata nella Repubblica Democratica Tedesca dalla VEB Sachsenring Automobilwerke nella città di Zwickau e oggi è diventata uno dei simboli della vita nell’ex blocco sovietico. La produzione iniziò nel 1957 e si concluse nel 1991: a quell’epoca, dalla fabbrica erano uscite più di 3 milioni di queste vetture.
Il nome, di derivazione astronomica, si traduce con “satellite” e intendeva rendere omaggio allo Sputnik che poco tempo prima era diventato il primo oggetto creato dall’uomo a orbitare attorno alla Terra. Ci furono quattro versioni della vettura ma, al di là del motore, poco altro cambiava.
La Trabant veniva assemblata su un telaio in acciaio sul quale venivano imbullonati pannelli in resina plastica. Durante il suo quarto d’ora di celebrità si diceva che quei pannelli fossero in realtà fatti di cartone. Naturalmente si trattava di una leggenda metropolitana.
Il motore a due tempi e due cilindri era di facile manutenzione e garantiva una vita media dell’auto di 28 anni. Non ci si preoccupò molto dell’impatto ambientale, con quel motore l’auto aveva bisogno di rabbocchi d’olio a ogni stazione di servizio, non c’era nemmeno l’indicatore del livello del carburante e l’unico sistema per sapere se era necessario un rifornimento era quello di immergere un’asta nel serbatoio.