FIAT 500 BELVEDERE – (1948/1955)

Nella primavera del 1948 fu presentata la “500 B”, piuttosto simile alla precedente ma con sostanziali modifiche tecniche. Il motore aveva una nuova testata in ghisa con valvole in testa comandate da aste e bilancieri e aumentato nella potenza a 16,5 cavalli vapore (12,1 kW), che consentiva una velocità massima di 95 km/h e consumi inferiori.

Fortemente rivista anche la parte telaistica con molte piccole migliorie e con l’adozione della barra trasversale stabilizzatrice posteriore e degli ammortizzatori idraulici telescopici sulle quattro ruote. Il comfort invernale risultò migliorato dall’adozione dell’impianto di riscaldamento, su richiesta.

La novità più importante e gradita fu l’introduzione della versione “Giardiniera” che proponeva una piccola familiare con quattro posti e un portellone posteriore, che dava accesso al considerevole vano di carico, aumentabile tramite il ribaltamento in avanti dello schienale posteriore.

La nuova versione, che riproduceva in formato ridotto la geniale soluzione di “carrozzeria funzionale” ideata nel 1946 da Mario Revelli per la Carrozzeria Viotti, era caratterizzata da lussuose fiancate realizzate con listelli di frassino e masonite, sullo stile delle woodie americane e poteva essere impreziosita con tinte metallizzate. La “Giardiniera” fu la prima automobile al mondo di tipo station wagon costruita in grande serie.

Il termine originale “Giardinetta” non si poteva utilizzare perché depositato dalla Carrozzeria Viotti e si scelse il termine “Giardiniera” che oltre ad avere assonanza con la fuoriserie di Viotti, riprendeva l’omonima denominazione dei carri sui quali gli ortolani trasportavano ai mercati i loro prodotti, ancora nel dopoguerra.

La “500 B” rimase in produzione per poco più di un anno, con oltre 21 000 esemplari costruiti.

Nel 1951 la “Giardiniera Legno” abbandonò le fiancate in legno e faesite, costruite a mano dalla Sezione Carrozzerie Speciali, in favore della “Belvedere”, con nuovi lamierati metallici realizzati a stampaggio.

L’innovazione portava grandi vantaggi dal punto di vista pratico e le vendite aumentarono considerevolmente. La produzione della “Topolino Berlina” cessò nel 1954, nove anni dopo la fine della guerra ed il ritorno della democrazia in Italia e pochi anni prima del boom economico, lasciando il posto alla 600, mentre quella della “Belvedere” si protrasse a tutto il 1955.

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