L’incidente mortale
Durante una serie di prove sul circuito francese di Paul Ricard a Le Castellet, l’alettone posteriore della BT55 si staccò mentre De Angelis procedeva ad alta velocità, facendo perdere stabilità al retrotreno della vettura, che, dopo diversi cappottamenti, finì contro una barriera e prese fuoco. Diversi piloti, tra cui Alan Jones e Nigel Mansell, si fermarono a prestare soccorso ed Alain Prost cercò di estrarre il romano dall’abitacolo nonostante le fiamme, senza riuscirvi.
Soltanto dopo diversi minuti, i commissari e alcuni meccanici, giunti a piedi dai box e privi di tuta ignifuga, riuscirono a tirare fuori il pilota dall’abitacolo. L’elicottero d’emergenza arrivò oltre 30 minuti dopo; poiché era una sessione di test privati, i proprietari del circuito non erano tenuti a prevedere lo stesso dispiegamento di mezzi di soccorso richiesto invece per i Gran Premi. In seguito a questo incidente la FIA impose anche per le sessioni di test i medesimi standard di sicurezza delle gare.
L’impatto non uccise il pilota, ma provocò gravi danni alla testa e il distacco della colonna vertebrale, oltre alla frattura della clavicola e alcune bruciature; De Angelis morì a causa dell’asfissia provocata dal fumo dell’incendio, essendo rimasto intrappolato nell’abitacolo anche a causa della mancata prontezza dei soccorsi e dei vigili del fuoco. Trasportato all’ospedale di Marsiglia, vi spirò il giorno dopo. Le spoglie del pilota riposano nel Cimitero del Verano, a Roma.
Maldestri e tardivi soccorsi che non riuscirono a salvare la vita a Elio De Angelis