FERRARI MYTHOS by PININFARINA – (1989) – Italia

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Ferrari Mythos 

La Ferrari Mythos è una show car di tipo barchetta, costruita dalla Casa di Maranello in collaborazione con la Pininfarina e presentata al salone di Tokyo nel 1989.

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La Mythos è stata realizzata sull’autotelaio del modello Testarossa, adottandone integralmente il pianale, la meccanica e il propulsore centrale a 12 cilindri boxer di 4942 cm³ da 390cv. Le prestazioni, quindi, sono del tutto simili a quelle del modello di derivazione.

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Dal punto di vista stilistico, l’intento era di creare una versione moderna della Ferrari da competizione realizzate per i gentleman driver degli anni ’60, mantenendone lo spirito corsaiolo, particolarmente evidente nell’assenza del padiglione e nel minimalismo degli interni, caratterizzati dai sedili avvolgenti con cinture di sicurezza a bretella incorporate, da una strumentazione semplificata e dai rivestimenti essenziali.

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L’auto, esposta in vari saloni, non è stata progettata per essere venduta al pubblico, ma più che altro come esercizio di stile, tanto è vero che la Pininfarina dichiarò la costruzione di un unico esemplare, conservato nello stabilimento di Cambiano; tuttavia alcune fonti indicano che il Sultano del Brunei, Hassanal Bolkiah, possegga due esemplari di quest’auto completamente operativi.

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Nel 1989 erano ormai 9 anni che Pininfarina non realizzava più “dream car”; le tre precedenti risalivano al 1968 ( 250 P 5 ), 1969 ( 512 S ) e 1970 ( Modulo ). Dopo queste tre date, la Pininfarina aveva costruito numerosi altri prototipi, tutti però con una forte impronta realista, anche quando venivano utilizzati nuovi materiali o nuove tecniche di costruzione, Inutile quindi dire che l’arrivo della Pininfarina a Tokyo fece un effetto maggiore: veniva infatti ripresa la ricerca stilistica allo stato puro.

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Il posizionamento dei radiatori laterali sul posteriore era già una costante sulle auto dalle alte prestazioni e la Pininfarina prese spunto da questo per sviluppare e radicalizzare il design della Mythos, sottolineando la loro presenza attraverso un allargamento della parte posteriore. Sulla Testarossa il disegno delle griglie laterali sulle portiere aveva invece lo scopo di farle dimenticare. Lo spirito della Mythos era quello di un ritorno al fascino della “barchetta” biposto compatta, sportiva e spartana. La velocità massima non è stata misurata. 

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