RENAULT 6 – (1968/1980) Francia

Renault 6
Una pubblicità dell’epoca – Clicca Sopra

La Renault 6 è un’automobile di fascia medio-bassa prodotta dalla casa automobilistica francese Renault fra il 1968 e il 1980 (fino al 1984 in Sudamerica e fino al 1986 nel solo mercato spagnolo).

La Renault 6 fu presentata nel 1968 al salone dell’automobile di Parigi, in affiancamento alla R4 ed in diretta concorrenza con le Ami 6 e le Citroën Dyane: nacque così la Renault 6 (o anche R6).

Renault 6 – Il debutto

Renault 6

La Renault 6 nacque per porsi un gradino più in alto rispetto alla R4, simile nell’orientamento alla praticità, ma differente nello stile e nelle dimensioni: la R6 era più lunga di 25 cm, aspetto che la poneva di fatto in una fascia di mercato superiore, grazie anche alle sue migliori finiture ed all’aspetto più elegante. Era stilisticamente imparentata con la più grande R16, in maniera tale da richiamarsi a quest’ultima piuttosto che alla R4, ribadendo quindi la sua appartenenza ad un diverso segmento di clientela, pur privilegiando come la R4 l’aspetto relativo alla praticità e proponendo quindi un corpo vettura più compatto e più sviluppato in altezza.

Agli angoli della coda si trovavano i piccoli fari posteriori, mentre in corrispondenza dei montanti posteriori si trovavano delle prese d’aria che servivano per ottimizzare il ricircolo dell’aria all’interno dell’abitacolo. Questa era una delle caratteristiche specifiche della R6, che la differenziava di fatto sia dalla più costosa R16 sia dalla più essenziale R4. Tra le altre caratteristiche tipiche c’è la linea di cintura dall’insolito andamento discendente verso la coda. L’abitacolo era più elegante rispetto a quello della R4, grazie agli inserti cromati visibili in vari punti, ed inoltre la dotazione era assai più ricca poiché comprendeva un più completo sistema di ventilazione interna,

Renault 6

il portacenere sulla plancia, due portacenere nei pannelli porta posteriori, lo specchietto retrovisore interno non più sulla plancia ma fissato in alto, un vano portaoggetti più elegante, l’amperometro e l’indicatore di carica della batteria, oltre naturalmente alla dotazione presente già sulla “sorella” minore (tachimetro, contachilometri, indicatore livello carburante, ecc). Inoltre, i sedili erano rivestiti in tessuto di buona qualità. Lo spazio a disposizione dei bagagli era inferiore rispetto a quello della R4 a causa dell’inclinazione del portellone e dei montanti (390 litri in configurazione a cinque posti contro i 480 litri della R4), ma rimaneva comunque di buon livello per una vettura di quel genere e di quel periodo.

Struttura e meccanica

La R6 nasceva sul telaio a pianale della R4, una soluzione che comprendeva appunto un telaio a cui venivano fissati i lamierati uniti in un corpo unico, a formare una scocca, ed altri organi di supporto, come il telaietto ausiliario per il supporto di motore, cambio ed avantreno. della quale venivano riprese anche le altre soluzioni tecniche, dalle sospensioni al motore. L’avantreno ed il retrotreno erano entrambi a ruote indipendenti ed ammortizzatori idraulici telescopici, con barre di torsione longitudinali sull’asse anteriore e trasversali su quello posteriore.

All’avantreno era inoltre montata anche una barra antirollio. Dalla R4 venivano ereditate anche alcune conseguenti particolarità, come quella di possedere due differenti misure di passo sui due lati della vettura, caratteristica dovuta all’impossibilità di allineare le due lunghe barre di torsione posteriori, che quindi venivano fissate in posizione parallela ma asimmetrica di alcuni centimetri. Come risultato, il passo sul lato destro risultava di 4.8 cm più lungo rispetto a quello sul lato sinistro. L’impianto frenante era a quattro tamburi, mentre lo sterzo era a cremagliera.

La R6 era una vettura dall’architettura “tutto avanti”, cioè con motore anteriore e trazione sull’avantreno, esattamente come la R4 e la R16 (gli intermedi modelli R8 ed R10 seguivano invece una filosofia diametralmente opposta). Il propulsore era sistemato in posizione longitudinale ed apparteneva alla già attempata famiglia di motori Ventoux ad asse a camme laterale: si trattava in pratica dello stesso motore da 845 cm³ utilizzato anche sulle R4, ma che in questo caso aveva beneficiato di alcune migliorie che ne portarono la potenza massima da 27 a 38 CV SAE (pari a 34 CV DIN). Le prestazioni migliorarono leggermente, salendo da 110 a 120 km/h. Il cambio era manuale a 4 marce e si avvaleva di una frizione monodisco a secco.

Nel maggio 1973 la R6 fu oggetto di un restyling: furono montati nuovi fari anteriori e posteriori, di forma rettangolare, una calandra di plastica grigia, e nuovi paraurti, sui quali furono installate le luci di direzione, che precedentemente si trovavano nello spazio tra le luci di posizione e i paraurti. Le vendite della R6 comunque non raggiunsero mai livelli molto alti e la vettura visse all’ombra della R4, esattamente come la contemporanea Dyane sarebbe vissuta all’ombra della 2CV.

La vendita e la produzione in Francia e nella maggior parte dei Paesi europei terminarono nel 1980, ma in Argentina e in Colombia l’automobile venne prodotta e venduta fino al 1984, anno in cui nel mercato argentino entrò in produzione la Renault 9, mentre in Spagna si arrivò a produrla fino al 1986. In Europa fu sostituita poco tempo dopo dalla coppia R9/R11. Il fatto di non essere riuscita ad imporsi come sostituta della R4 non negò tuttavia alla R6 un valido risultato commerciale dal punto di vista dei numeri di produzione: in totale ne furono prodotti infatti 1.674.381 esemplari. B0258

Articolo in collaborazione con : http://curiosando708090.altervista.org

Chiunque vanti titoli sulle foto di questo articolo mi contatti subito per la loro immediata rimozione

Per contattare l’amministratore di questo sito invia una mail a: [email protected]

Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo