CCE il marchio tutto italiano …. mai nato

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Emilio Carra è nato nel 1948 e si è diplomato geometra nel 1967, ma già prima di finire gli studi era attratto dai veicoli da competizione. Fu così che cominciò ad approfondire le sue conoscenze specifiche spendendo quelli che per le sue tasche di allora rappresentavano dei veri  capitali in libri di tecnica automobilistica, di costruzioni meccaniche, di tecnologia etc., fino a formarsi una base di conoscenze tale da permettersi di disviluppare suoi progetti e renderli concretamente realizzabili..

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Sezionando una Sherpa T della serie 199, moto come quella con la quale Bernie Schreiber aveva vinto il mondiale, si rese di quanto sarebbe stato affascinante realizzare alcune idee che avevo in testa, facendo tesoro dell’esperienza tecnica acquisita analizzando ogni particolare di quella bellissima moto.

Nel frattempo realizzava il suo primo prototipo: un cinquantino con motore DEMM a quattro tempi con cambio a tre marce  sospeso ad un telaio a traliccio, sospensione posteriore monocross e forcella ad aria; si trattava di una vera moto da trial ridotta in ogni misura del 20% e del peso complessivo di 39kg.

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A questo punto tutto era pronto per buttare giù il progetto della PUMA: una 320cc completamente nuova anche nel motore.

Il disegno del cilindro si dimostrò pienamente azzeccato: l’erogazione di potenza era ottima, morbida e continua come si voleva con un ottimo livello di potenza come confermarono le verifiche al banco dinamometrico effettuate successivamente in fabbrica.

Per il telaio furono utilizzati tubi in acciaio al Cromo Molibdeno della Columbus e  la parte ciclistica  comprendente una  forcella Betor, ammortizzatori Corte e Cosso e mozzi Grimeca con un inedito tamburo anteriore a doppia camma.

Le soluzioni “azzardate” erano state molte ma tutte valide come il motore inclinato in avanti e il telaio a diamante con il cannotto direttamente collegato con il perno del forcellone,…..tutte cose che sono entrate, più tardi,  nell’evoluzione tecnica avvenuta negli ultimi anni nel settore trial, ma che allora erano nuove e quindi difficili da capire, e a volte difficili anche da spiegare. Ma la cosa funzionava , e funzionava anche bene! .

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L’ing. Trivelli fece realizzare i cilindri con la canna cromata per il motore TAU 320 trial identici al  prototipo, e questi andarono ad equipaggiare le moto dei suoi clienti:  particolarmente la Valenti e la francese JCM che ne continuò  direttamente l’evoluzione.

La moto fu presentata alla Due Giorni della Brianza il 12 felbbraio 1983, e, purtroppo, fu presentata con gli adesivi Maico per il semplice fatto che l’importatore della casa tedesca Portelli si era dimostrato intenzionato a dare un futuro al prototipo.

L’interesse fu comunque notevole, e si dimostrarono interessati soprattutto i piloti migliori, ma il trial era già diventato importante in Italia, e  se non si poteva contare su una forte organizzazione alle spalle non era possibile sostenere l’ingaggio di uno di loro e l’onere di una stagione di gare.

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CCE Monkey

Più tardi   fu affidato a Carra un motore Garelli da 50cc dal quale partire per realizzare un nuovo ciclomotore da trial.

Questo nuovo prototipo venne pronto nel marzo del 1985 e fu chiamato Monkey. Il telaio era formato da una struttura tubolare incrociata con motore portante, la sospensione posteriore era monoammortizzatore ad azione progressiva. Si dovette lavorare parecchio sul motore per adattarlo all’uso trialistico sostituendo la trasmissione primaria, l’imbiellaggio ed il cilindro al quale fu applicata l’ammissione lamellare; alla fine il cambio rivelò tutti i suoi limiti e dovetti abbandonare il Garelli e sostituirlo con un Minarelli a corsa corta.

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Con questo Carra aveva completato al sua collezione di hand made trial bikes e continuò comunque la collaborazione con la MT che nel 1988 gli chiese di realizzare il Droid: un ciclomotore pieghevole dalla foggia inusuale, che fu esposto al Salone del Ciclo e del Motociclo di quello stesso anno.CCE

Il prototipo non ebbe alcun esito commerciale, ma rappresentò una forma di promozione del marchio MT, a dimostrazione di come la ditta fosse in grado di fornire ai propri clienti non solo un prodotto su loro specifiche indicazioni, ma anche la progettazione dei vari particolari di un veicolo chiavi in mano….. Una vita (quella di Carra) dedicata ai motori e alla realizzazione di un qualcosa di nuovo … di inedito e solo per questo andrebbe ricordato.

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CCE Luisin

La scuola motociclistica italiana è nata ed è cresciuta grazie a tante idee di tante persone che hanno saputo realizzarle con grande tenacia e passione, e la validità tecnica  di queste opere non sempre ha avuto riscontro nel campo produttivo e commerciale, ma il successo è spesso determinato da altri differenti fattori contingenti.

Ora si dedica alle moto d’epoca trasformando le motociclette degli anni ’60 in moto da fuoristrada, un po’ come facevano tanti appassionati a quei tempi, ed è così che ha creato il Luisin su base Gilera (scheda tecnica)202 del ’64 (secondo classificato nella Coppa delle Sei Nazioni del 1998)

Recentemente ha ricevuto da parte di Roberto Inzoli una richiesta un po’ particolare, voleva una Ossa per partecipare alle gare d’epoca preparata a sua misura…. logicamente mi sono subito gasato e messo all’opera: alla fine ho progettato una moto praticamente nuova, che ho battezzato PATANEGRA.La moto è stata realizzata in massima parte con pezzi originali Ossa: il telaio è formato dall’unione di due telai differenti, il diagramma del motore è stato modificato con l’aggiunta di due travasi, lo scarico è stato realizzato ad hoc, come la cassa filtro ed il silenziatore.
La moto è già stata utilizzata ed apprezzata sui campi di gara partecipando anche ad alcune importanti manifestazioni all’estero. B0134

Una storia incredibile che potrete leggere e rivivere completamente collegandosi al sito dell’amico Carra dal quale è tratto questo articolo. http://www.trialdepoca.it

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CCE Siloko

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2 Risposte a “CCE il marchio tutto italiano …. mai nato”

  1. Sono estremamente grato a chi gestisce questo sito pert aver raccontato la mia storia e aver pubblicato le foto delle moto che ho costruito, grazie infinite.

    1. Grazie a te …. se hai qualche bella foto da inviarmi in modo da rendere l’articolo ancora più interessante te ne sarei veramente grato. Aspetto tue notizie.

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