Curioso “giretto” con al Hondamatic – Clicca Sopra
Honda CB 750 A
Se il concetto di moto automatica ha vissuto parecchi periodi di voga, è, a metà degli anni 70 che ha avuto senza dubbio le maggiori applicazioni tangibili. La Honda dà allora particolare rilievo alla sicurezza e non può trascurare questa strada verso una moto giudiziosa, sociale, asettica. In linea con le sue auto ” Hondamatic “, il primo costruttore a livello mondiale decide di tentare di applicare la ricetta alle sue due ruote.
Questa Honda CB 750 A non ha, dal punto di vista tecnico, nessun rapporto con la prima Honda automatica, lo scooter M 80 del 1960; essa riprende infatti il principio adottato tre anni prima sulla Civic. Non si tratta, a dire il vero, di un cambio automatico, ma, come sulla Moto Guzzi Convert, di una frizione automatica a convertitore di coppia che permette di accontentarsi di due rapporti, uno per la città e per la montagna e l’altro per l’autostrada e le strade non cittadine. Si passa dall’uno all’altro con un selettore classico ma senza ricorrere a leve di frizione.
La moto non è spiacevole da guidare se si considera un po’ come un grosso ciclomotore piuttosto che una moto. Sfortunatamente il peso è notevole e le prestazioni molto modeste poiché il vivace motore a 4 cilindri perde circa 20 CV.
La 750 A non avrà successo e la sua carriera finirà nel 1978, dopo che la maggior parte della produzione avrà preso la via degli Stati Uniti. Questo fallimento non impedirà alla Honda di ritentare quasi subito l’esperimento con una 400 cc, le cui vendite saranno meno disastrose. B0298
Articolo in collaborazione con : http://curiosando708090.altervista.org