VESPA 400 / ACMA – (1957/1964) – Italia/Francia

Vespa 400

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Vespa 400 ACMA / Piaggio

La ACMA “Vespa 400” è una microvettura progettata dalla Piaggio e costruita in Francia, da un’azienda consociata, la ACMA, dal 1958 al 1964. 

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Il contesto

Nei primi anni cinquanta, date le condizioni di precarietà economica del dopoguerra che non consentivano l’acquisto di vere e proprie automobili, la Piaggio iniziò a studiare una microvettura alla quale applicare le proprie motorizzazioni motociclistiche, come già Iso, Siata, BMW e Zündapp avevano sperimentato con discreto successo. Nel 1956 il prototipo era pressoché definitivo.

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Le linee di costruzione furono approntate a Fourchambault nello stabilimento della ACMA (Ateliers de Construction de Motocycles et Automobiles), una consociata francese della Piaggio, nata per effettuare il montaggio delle Vespa a due ruote con pezzi forniti dall’Italia.

Come già la Simca per la FIAT, la ACMA rappresentava l’escamotage della Piaggio per aggirare gli elevati costi doganali d’allora. Enrico Piaggio decise di costruire la microvettura in Francia e di non importarla in Italia, al fine di evitare rapporti conflittuali con la FIAT.

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La vetturetta, cui si assegnò il nome di “Vespa 400”, venne presentata al Salone di Parigi del 1958 dove ottenne un discreto successo e, in pochi mesi, la raccolta di circa 20.000 prenotazioni. Era, per la classe d’appartenenza, una minivettura confortevole ed elegante, mossa da un bicilindrico 2T che la rende particolarmente scattante.

Le minime misure d’ingombro, la facilità di guida, il riscaldamento montato di serie e il tetto apribile in tela, ne facevano un mezzo particolarmente gradito dalle signore della buona borghesia in vena di autonomia locomotoria. Le linee di montaggio sfornavano circa 30 vetture al giorno, con il proposito di arrivare ai 100 pezzi quotidiani.

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Tuttavia, l’uscita sul mercato della vetturetta Piaggio si rivelò tardiva e l’avvento della Fiat 500 mise freno alle potenzialità di sviluppo della ACMA, che continuò la produzione a ritmo ridotto fino al 1964. Nelle due versioni “Turismo” e “Lusso”, sono stati prodotti circa 34.000 esemplari della “Vespa 400”.

Simile per dimensioni e design alla tedesca Goggomobil, la Vespa 400 era una minicar con  motore posteriore ed, ufficialmente, era una due posti, ma teoricamente, acquistando il cuscino opzionale, due bambini piccoli si potevano infilare nel retro.

Il cruscotto essenziale sfoggiava spie per lo stretto indispensabile, un tachimetro e un vano portaoggetti aperto. L’avviamento e l’aria venivano azionati mediante due leve poste tra i due sedili anteriori (come sulla Fiat 500 ), abbastanza confortevoli, realizzati con tubi di acciaio con tela tesa su molle da materasso.

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Dati Tecnici

Motore: posteriore Bicilindrico in linea inclinati 20° 2 tempi
Cilindrata: 393 cm³ (alesaggio e corsa 63×63)
Potenza: 12 cv DIN a 4350 giri e 14 cv SAE a 4700 giri dal 1959
Raffreddamento: aria forzata.
Cambio: 3 velocità + retromarcia (a 4 marce solo nel modello GT del 1961)
Trasmissione: posteriore diretta con frizione monodisco a secco
Sospensioni: indipendenti sulle 4 ruote
Freni: a tamburo sulle 4 ruote a comando idraulico
Dimensioni: larghezza 1,10 m interasse 1,693 m lunghezza 2,85 m.
Peso: 375 kg in ordine di marcia; 595 kg max
Velocità max: 85/90 km/h secondo versione
Consumo medio: 16,5 km/lt (6.06 l / 100 km) B0050

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