MINI COOPER S – (1963) – Gran Bretagna

Mini Cooper

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La Mini Cooper al Rally di Monte Carlo del 1965 – Clicca Sopra

La prima generazione della Mini è stata prodotta dal 1959 al 2000, sotto l’egida iniziale della British Motor Corporation; il modello è stato anche realizzato e venduto su licenza nel mondo da varie altre case automobilistiche.

Il 1961 fu un anno importante per la Mini soprattutto per il lancio della Mini Cooper, ovvero la versione sportiva elaborata da John Cooper (titolare dell’omonimo team di Formula 1). L’elaborazione consisteva, essenzialmente, nell’incremento di cilindrata da 848 a 997 cm³, nell’adozione di 2 carburatori tipo SU da 1.25, di freni anteriori a disco e di un assetto rivisto. La potenza di 55 CV (non molti in assoluto) era sufficiente, abbinata alle straordinarie doti stradali della Mini, a garantire ottime prestazioni.

Mini Cooper S

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La MIni Cooper S irruppe nel 1963 sulla scena automobilistica ottenendo immediati consensi. Questo gioiellino di vettura è stata subito riconosciuta come qualcosa di speciale. La MIni era già sulla cresta dell’onda e la Cooper S aveva tutte le carte in regola per diventare il nuovo modello più carismatico e desiderabile della gamma Mini. Portava il nome della famiglia di John Cooper, un ingegnere di talento, intimo amico di Alec Issigonis, geniale progettista della MIni.

Per la Cooper S, il motore standard BMC serie A fu messo a punto per prestazioni ottimali e le sue dimensioni vennero portate a 1071 cc. Piccola, leggera, agile e veloce, era una vettura entusiasmante da guidare. Esercitava un fascino capace di trascendere le classi sociali e, guidata da Twiggy e Mary Quant – per non parlare dei Beatles – divenne il modello più trandy dell’età della minigonna.

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La Mini Cooper, opportunamente elaborata, s’aggiudicò la vittoria di classe del rally di Montecarlo del 1963, con alla sua guida il pilota Timo Mäkinen. Sul finire del 1964 tutte le Mini berlina (incluse le Cooper, le Cooper S e le varianti Wolseley e Riley) adottarono le sospensioni Hydrolastic, già montate dal 1962 sulle Austin e Morris 1100. Con l’occasione la Cooper venne affiancata dalla Cooper S, con motore di 1071 cm³ da 70 CV. La Cooper S (1071 cm³) con potenza portata a circa 85Cv s’aggiudicò il rally di Montecarlo edizione del ’64 con alla guida il pilota Patrick Barron “Paddy” Hopkirk.

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Nel corso del 1964 la gamma Cooper e Cooper S cambiò ancora, con l’introduzione di una nuova versione per la Cooper “normale” con motore portato a 998 cm³ (55CV) e la produzione di due nuovi modelli Cooper S 1.0 (970 cm³, 65 CV) e la Cooper S 1.275 (1275 cm³, 76 CV) che si andarono ad affiancare alla oramai famosa versione da 1071 cm³ (70 CV). La Cooper S 1.275 s’aggiudicò inoltre nuovamente il rally di Montecarlo nel 1965, 1966 (fu tuttavia squalificata per fanali irregolari) e nel 1967, nonché il rally dell’Acropoli del 1967.

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La Mini Cooper S 1275 del pilota Rauno Aaltonen e del co-driver Tony ambrose vinse il Campionato Europeo Rally del 1965 (Il campionato mondiale comparve solo negli anni ’70).

La “S” da 1071 cm³ non poteva competere nelle classi sotto i 1000 cm³ e inoltre aveva molte difficoltà a competere con certi giganti, sia di mole che di cilindrata e potenza, nella categoria assoluta dei rally (la vittoria assoluta al rally di Monte Carlo del ’64 era stata ottenuta grazie alla correzione del tempo finale come previsto dal regolamento dell’epoca in base alla cilindrata).

Per questi motivi fu messa a punto la Cooper S 1000 (prodotta in poco più di 900 esemplari) per gareggiare nelle categorie riservate alle piccole cilindrate mentre la 1275 cm³ fu pensata per competere nella classe assoluta (senza limiti di cilindrata). B0196

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