MERCEDES 190 E – (1983/1993) – Germania

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Mercedes 190 E 

W201 è la sigla progettuale di una berlina di fascia medio-alta prodotta dalla tedesca Mercedes-Benz tra l’ottobre 1982 ed il 1993 e venduta col nome commerciale di 190.

Una 190 E Evo II in azione – Clicca Sopra

La 190 è un modello straordinariamente importante nella storia della casa di Stoccarda, per tre aspetti in particolare: la linea, disegnata da Bruno Sacco (capo del Centro Stile Mercedes dal 1975) e che influenzerà tutta la produzione successiva della marca; l’innovativo schema delle sospensioni posteriori, chiamato multilink e destinato a divenire un riferimento per la tecnica automobilistica; infine l’ingresso di Mercedes-Benz in un segmento del mercato inferiore a quello abituale.

La Mercedes 190 venne prodotta in quattro versioni altamente performanti, volute dalla Casa tedesca per introdurre questo modello nei campionati Turismo. Le versioni stradali servivano per ottenere l’omologazione in tali campionati e quindi per poter iscrivere le vetture stesse. Le 190 impiegate in gara ottennero nella maggior parte dei casi solo dei buoni piazzamenti finali, ma verso la fine della carriera della 190 arrivarono anche significative affermazioni che fecero lievitare l’interesse del pubblico. Di seguito viene fornita una breve descrizione per ognuno di questi modelli.

Mercedes 190 E 2.3-16

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Questo modello è stato il primo ad essere introdotto dalla Casa della stella a tre punte. Fu presentato al grande pubblico al Salone di Francoforte del 1983, in autunno, ma già qualche mese prima, in estate, era stato presentato in anteprima alla stampa sul circuito di Nardò (LE), dove tre esemplari di pre-serie stabilirono significativi record di velocità, viaggiando ad una media di 247,939 km/h.

Il maggior motivo di interesse della 190 E 2.3-16 è costituito dal motore, il cui monoblocco deriva dal 2 litri di normale produzione; con cilindri rialesati e testata rielaborata dalla britannica Cosworth, che includeva tra l’altro un doppio asse a camme e quattro valvole per cilindro, la potenza massima raggiungeva ben 185 CV a 6200 giri/min, valore notevole per un motore nato nel 1983. La velocità massima della vettura di serie, lanciata solo un anno dopo la presentazione a Francoforte, venne parzialmente ridimensionata, toccando i 230 km/h, con accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 7,5 secondi.

Mercedes 190 E 2.5-16

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Questa versione rappresenta l’evoluzione del precedente modello, con iniezione meccanico-elettronica KE-Jetronic e sonda lambda. Qui il motore è stato portato da 2299 a 2498 cm³, con una potenza massima cresciuta rispettivamente a 194 CV (con catalizzatore) e 204 CV (senza catalizzatore) a 6750 giri/min. Per quest’ultima versione la velocità massima sale a 235 km/h e lo 0–100 km/h viene percorso in 7,5 s.

Mercedes 190 E 2.5-16 Evo

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Denominata Evo (o Evoluzione in Italia) ed introdotta nel 1988, questa vettura montava un nuovo motore da 2,5 litri, della cilindrata di 2463 cm³. La nuova unità da 2,5 litri era stata concepita per avere maggiori possibilità di elaborazioni sportive. La potenza massima della versione stradale rimaneva comunque invariata a 204 CV, mentre miglioravano leggermente le prestazioni.

Nella versione non catalizzata, la velocità massima raggiungeva i 235 km/h. Esteticamente la Evo (come pure la successiva Evo II) si distingueva nettamente dal resto della produzione per le appendici aerodinamiche e i passaruota allargati, quasi mai visti su vetture del genere; spiccava su tutto il grosso alettone posteriore. Per ottenere l’omologazione nel Gruppo A sono necessari almeno 500 esemplari: questo modello venne quindi prodotto in 502 esemplari.

Mercedes 190 E 2.5-16 Evo II

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Questo modello, anch’esso prodotto in 502 esemplari, venne introdotto nel 1989 e rappresenta di fatto un’evoluzione della precedente Evo nata l’anno prima. Il motore da 2,5 litri aspirato venne sottoposto ad ulteriori rivisitazioni così da raggiungere la potenza massima di 235 CV a 7200 giri/min nella versione stradale. La velocità massima raggiunta era stavolta di 250 km/h, che alla fine degli anni ottantaerano un valore di spicco per una vettura di tale fascia di mercato. Migliorate anche le doti di accelerazione: lo scatto da 0 a 100 km/h veniva stavolta coperto in 7,1 secondi.

Questa vettura venne impiegata al DTM del 1991, dove Klaus Ludwig conquistò il secondo posto. Il successo completo arrivò l’anno successivo, quando le Evo II dei piloti Ludwig, Thiim e Schneider si classificarono rispettivamente al primo, secondo e terzo posto del DTM. In più, al quinto posto giunse Rosberg, sempre su Evo II. Nel 1993, Roland Asch giunse secondo, ma oramai l’epoca delle 190 da competizione era alla fine. B0053

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