KAWASAKI 500 MACH III – (1969/1977) – Giappone

Kawasaki 500 Mach III

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Kawasaki 500 Mach III

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kawasaki 500 mach III …. un sogno

 

Ultima marca giapponese ad essere lanciata sui mercati stranieri, la Kawasaki sa farà presto una reputazione di specialista del due tempi sportiva, così come la Suzuki o la Yamaha, grazie alle bicilindriche da 250 cc. e da 350 cc. Ma sarà la 500 Mach III che darà a questo costruttore la sua vera identità.

Lasciare un segno

Kawasaki_H1_Mach_III_500cc

Potenti, veloci, molto ben rifinite, le bicilindriche Avenger e Samurai non hanno nessuna difficoltà a farsi apprezzare dagli amanti delle prestazioni. La Kawasaki ha puntato su una tecnica d’avanguardia, paragonabile a quella impiegata da Case di fama collaudata, aggiungendo anche una raffinatezza supplementare con l’alimentazione a distribuzione rotante che completa l’aspetto sofisticato e seducente di questi motori. Ma la Kawasaki non si fermerà a questo: nella primavera del 1969 presenta una magnifica 500 a due tempi che lascerà tracce indelebili nel ricordo dei motociclisti.

Indomabile

Kawasaki_500_mach_III_livrea_tipica

La Mach III è una tre cilindri a due tempi estremamente potente e soprattutto di una brutalità terribile. La Kawasaki intente, con questa moto, lasciare un segno e l’obbiettivo sarà raggiunto al di là di ogni aspettativa. La violenza meccanica è male supportata da un telaio privo di rigidità, da sospensioni scarse e da una frenatura anemica. Cosciente di essersi spinta troppo oltre, la Kawasaki continuerà a cercare di rendere più docile la sua creatura, che alla fine della carriera sarà diventata una moto da guidare abbastanza facilmente. Ma la sua fama di belva furiosa non la lascerà mai.

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Caratteristiche tecniche – Kawasaki H1D – Mach III del 1973
Dimensioni e pesi
Interasse: 1.410 mm Massa a vuoto: 185 kg Serbatoio: 16 l dei quali 3 di riserva
Meccanica
Tipo motore: tricilindrico in linea frontemarcia a 2T con albero primario composito su 6 cuscinetti di banco e manovellismo a 120° Raffreddamento: ad aria
Cilindrata 498 cm³ (Alesaggio 60 x Corsa 58,8 mm)
Distribuzione: a incrocio di corrente, con 5 luci per cilindro e pistoni piatti Alimentazione: 3 carburatori Mikuni
Potenza: 59 cv a 8.000 giri Coppia: 56 Nm a 7.000 giri/min Rapporto di compressione:
Frizione: multidisco (15) a bagno d’olio con comando a cavo Cambio: in blocco a 5 marce con comando a pedale sulla sinistra
Accensione elettronica di tipo CDI
Trasmissione primaria con ingranaggi sulla destra e secondaria a catena
Avviamento a pedale
Ciclistica
Telaio a doppia culla chiusa
Sospensioni Anteriore: forcella teleidraulica / Posteriore: forcellone oscillante con due ammortizzatori regolabili su 3 posizioni
Freni Anteriore: a disco con pinza a doppio pistone / Posteriore: a tamburo monocamma ∅ 180 mm
Pneumatici anteriore 3,00 x 21″; posteriore 4,00 x 18″
Prestazioni dichiarate
Velocità massima 192 km/h
Accelerazione da 0 a 400 mt in 12,83 s
Consumo medio: 12 km/l
Altro
ruote a raggi B0028
Fonte dei dati: Motociclismo, aprile 1973

Kawasaki_500_Mach_III_H1a_1970

Kawasaki_500_Mach_III_H1A_strumentazione

Articolo in collaborazione con: http://curiosando708090.altervista.org

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Una risposta a “KAWASAKI 500 MACH III – (1969/1977) – Giappone”

  1. Avevo 19 anni quando un amico di mio fratello mi fece provare la sua 500 H1B color arancio.Pur sapendo a cosa andavo incontro e avendone provate tante, rimasi stupefatto. Il motore fino a 5000 giri sembrava andare per conto suo tanto era irregolare negli scoppi con un brontolio tetro,poi l’entrata in coppia diventò un esplosione di potenza e rabbia che quasi mi strappò la moto dalle mani e a causa della sella liscia andai a finire quasi in fondo al maniglione.In seconda mi toccò i 130 orari.Durissima da inclinare e altrettanto dura da tirare su in uscita, con dei freni ridicoli e quella coppia sempre pronta a farti derapare.ma la cosa che mi ha fatto pensare che i giapponesi fossero pazzi fu il cambio:un unico folle in basso e tutte le marce in alto.Se non tenevi il conto nelle inversioni,beccavi il folle e cadevi come un cretino.Mi fu d’aiuto essere molto appassionato e conseguentemente informato.Uno sprovveduto forse si sarebbe fatto male.

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