BMW M535i
Passaggi e sound di una M535i del 1980 – Clicca sopra
BMW M535i
La M GmbH, nota anche come BMW M o BMW Motorsport, è un’azienda automobilistica fondata nel 1972, divisione sportiva della Casa automobilistica tedesca BMW. Nel 1975, la Motorsport cominciò a collaborare al progetto E26, che tre anni più tardo avrebbe dato origine alla BMW M1, una berlinetta sportiva utilizzata anche nello specifico Campionato ProCar.
L’anno seguente, la BMW presentò l’ultima sua creazione ad alte prestazioni realizzata in collaborazione con la Motorsport: la M535i, una versione potenziata della Serie 5 in listino in quegli anni, in grado di raggiungere i 220 km/h grazie ad un motore da 3.5 litri di cilindrata in grado di erogare 218 CV di potenza massima, un valore notevole all’epoca. Tale modello fu il capostipite di tutta una serie di modelli BMW ad alte prestazioni, decisamente costosi e realizzati sulla base di modelli già esistenti. Da quel momento in poi l’attività della Motorsport si concentrò parecchio sulla produzione di modelli di quel tipo.
Nel 1984 la M535i fu proposta sulla base della berlina E28: stesso motore della versione precedente e stesse prestazioni, ma con uno stile più sportivo. Poco tempo dopo, sempre sulla base della Serie 5 E28, fu lanciato il modello di punta, la M5, capostipite di quella serie di BMW firmate Motorsport caratterizzate dalla denominazione a due caratteri: la M di Motorsport e la cifra della serie di appartenenza.
il primo prodotto della divisione sportiva della BMW oggi è una specie di gemma nascosta. Nonostante l’assenza del peculiare marchio M5, la M535i fu di fatto la prima importante creazione del dipartimento “M”. Era la BMW più veloce dell’epoca. Basata sulla serie E12, venne equipaggiata con un motore a sei cilindri in linea a iniezione da 3453 cc. Aveva un cambio a rapporti ravvicinati “dog-leg” con la prima al posto tradizionalmente occupato dalla seconda marcia, differenziale autobloccante e un impianto frenante potenziato, che nonostante ciò, faticava a governare questa potente vettura.
L’abitacolo era fornito di sedili Recaro in pelle e raffinatezze come l’illuminazione automatica delle maniglie. Esternamente era contrassegnata da decalcomanie della Motorsport, ma, come tutte le auto della serie M, di fatto era una belva e non costava poco, infatti furono prodotti solo 1410 esemplari. B0333
La serie M è adatta a piloti esperti. Una discreta quantità di sovrasterzo era sempre in agguato per chi aveva il piede destro un po’ più pesante e come tante macchine dell’epoca non aveva l’ABS.
Articolo in collaborazione con : http://curiosando708090.altervista.org
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La e28 M5 aveva l’ABS di serie, ti sbagli…
Vero, ma sognare non costa nulla. Sarebbe bello se nascesse una start up italiana e FCA concedesse quel marchio. Ai tempi di Vincenzo Lancia, la Casa torinese era un gioiello tecnologico, si tratterebbe di rinverdire quei tempi. Ed è un peccato accompagnare un marchio così nel cimitero (già affollatissimo) dei brand automobilistici defunti: Talbot, Autobianchi, Simca