INNOCENTI MINI DE TOMASO – (1976/1990)

Innocenti Mini De Tomaso

mini de tomaso

Il sound di una Mini De Tomaso 1.300 – Clicca Sopra

Innocenti Mini De Tomaso

L’intraprendenza di De Tomaso colpisce ancora nel 1976, quando si aggiudica il controllo dell’Innocenti di Lambrate (Milano) dopo complesse trattative con il Governo e la britannica Leyland, che l’aveva gestita fino a quel momento.

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Un’operazione in seguito alla quale la produzione della Mini “Innocenti” (disegnata da Nuccio Bertone) riprende immediatamente e che permette al marchio modenese di presentarsi sul mercato con una piccola bomba, rivale designata di Autobianchi A112 Abarth e Mini Cooper (quella inglese): la Mini De Tomaso, che è anche la vettura più venduta nella storia dell’azienda.

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Spinta prima da un motore aspirato da 77 CV, poi da un tre cilindri turbo da 72, la citycar italiana aveva dalla sua un’agilità straordinaria e prestazioni più che buone, grazie al peso piuma, di poco superiore ai 700 kg. La sua storia si conclude nel 1990, quando la Innocenti passa ancora di mano, questa volta accasandosi in Fiat, che decide di mettere fine alla produzione.

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L’estetica della Mini De Tomaso è accattivante (verniciatura bicolore,grossi paraurti in resina con incorporati proiettori antinebbia,presa aria sul cofano), e rende davvero cattiva la bella linea uscita dalla matita di Marcello Gandini per Bertone e la Innocenti. Le prestazioni sono elevate, garantite dal motore Leyland 1300 di 71 cavalli (aggiornamento del classico propulsore delle Mini Cooper) e proverbiale è anche la tenuta di strada, esaltazione questa della caratteristica già propria di ogni Mini che si rispetti. Passano quasi in secondo piano i ‘soliti’ difetti come l’abitabilità non ottimale, la rumorosità a volte fastidiosa ed il confort impegativo per la rigidità delle sospensioni.

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Nel 1979 la Innocenti Mini De Tomaso è disponibile anche in una versione ‘Special’ ancor meglio rifinita e nel 1980 arrivano (a richiesta) gli alzacristalli elettrici (la Mini italiana è la prima ultilitaria al mondo a montarli) e l’orologio digitale. I giovani neopatentati dell’epoca la sognano,assieme all’Autobianchi A112 Abarth eterna rivale.

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Nel 1982 all’Innocenti si opta per l’abbandono dei motori inglesi Leyland in favore dei più moderni tre cilindri Daihatsu giapponesi e a Novembre 1983 la gamma si rinnova: arriva la nuova versione TURBO DETOMASO. Il motore di soli 993cc ma ben 72 cavalli grazie ad un piccolo ma portentoso turbo, che la spingono a 165 chilometri orari e che la portano da 0 a 100 in 10 secondi!!! Il motore Daihatsu turbocompresso della Mini è al tempo un concentrato di tecnologia, il piu piccolo motore turbocompresso del mondo.

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La sua storia si conclude nel 1990, quando la Innocenti passa ancora di mano, questa volta accasandosi in Fiat, che decide di mettere fine alla produzione.  Della piccola Turbo vennero prodotti in circa otto anni poco meno di 6.000 esemplari, di cui circa 3.000 prime serie (Motore CB-DT), e le successive divise tra le motorizzazioni CB60 e CB61. B0083

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