Kawasaki 900 Z1
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Kawasaki 900 Z1
La Kawasaki 900 Z1 è una motocicletta prodotta dalla Casa giapponese Kawasaki Heavy Industries Motorcycle & Engine, in quattro serie successive, dal 1972 al 1977.
La decisione di realizzare questo modello venne presa, nel 1966, per l’esigenza di proporre una motocicletta, con propulsore 4T da 750 cm³, che potesse contrastare il successo, particolarmente sul mercato statunitense, delle “maxi” inglesi Norton, BSA e Triumph.
L’obbiettivo era di realizzare una moto dalle caratteristiche nettamente superiori alla produzione della concorrenza, prendendo a modello la sofisticata architettura meccanica dei motori italiani da competizione delle Gilera 500 4C e MV Agusta 500 4C – diretti discendenti della geniale Rondine di Gianini e Remor – che, da tre decenni, mietevano vittorie sui circuiti di tutto il mondo.
La Kawasaki produceva motociclette da pochissimi anni e la poca esperienza acquisita sarebbe stata del tutto insufficiente per attuare un piano tanto ambizioso se non avesse potuto disporre del prezioso “know-how” tecnico dello staff di progettisti della Meguro, la più antica casa motociclistica giapponese, rilevata dalla Kawasaki nel 1960.
Il difficile compito venne affidato ai migliori tecnici della Meguro, affiancati da alcuni ingegneri provenienti dal settore aeronautico della Kawasaki e coordinati da Gyoichi Inamura, meglio conosciuto nel mondo delle due ruote con il soprannome di “Ben Mister Z1” o, più affettuosamente, di “Zio Ben“.
Tutto era stato previsto e calcolato nei più piccoli dettagli, tranne il fatto che la concorrente azienda giapponese Honda, contemporaneamente e con identica segretezza, aveva avuto e stava attuando la medesima idea che, favorita dalla minore complessità del suo motore monoalbero, presentò la “CB 750 Four” al Tokyo Motor Show, nell’ottobre 1968, polarizzando l’attenzione della stampa specializzata e degli appassionati di tutto il mondo.
Pesantemente “defraudati” sul piano dell’immagine aziendale, avendo perso la possibilità di presentare per primi la propria quadricilindrica, i dirigenti della Kawasaki decisero di puntare momentaneamente sul modello “Mach III” con motore a due tempi, parallelamente sviluppato, e di procedere ad un completo rifacimento del motore a 4T, allo scopo di raggiungere tra gli iniziali obiettivi, ormai in buona parte sfumati, almeno la superiorità prestazionale. Tale dispendio di uomini e mezzi era possibile grazie alla enorme capacità economica aziendale, derivante dai primari settori navale e aereo.
All’inizio del 1970 vennero collaudati i prototipi dotati del nuovo quadricilindrico, maggiorato a 903 cm³, che mostrò subito la notevole potenza di 95 CV ed una velocità di 228 km/h, unitamente ad una certa fragilità strutturale. A malincuore, Inamura decise di depotenziare il motore, oltre a ridisegnare il basamento, irrobustire i pistoni e i cuscinetti di banco e riprogettare completamente l’impianto di lubrificazione.
Dopo aver completato i primi 29 esemplari pre-serie, nel mese di luglio, i vertici aziendali Kawasaki invitarono ad Akashi una ristretta cerchia internazionale di giornalisti del settore, per un preventivo contatto con il modello e, constatate le entusiastiche reazioni degli esperti, decisero di dare finalmente inizio alla produzione.
Modello
La neonata Kawasaki 900 Z1 venne ufficialmente presentata, nel settembre 1972, al Salone di Colonia. Il modello venne accolto da un immediato successo di critica e di pubblico e fu nel descrivere questo modello che la stampa specializzata coniò il neologismo “superbike“, termine destinato ad essere adottato da molti idiomi.
Nonostante la mole imponente (per l’epoca) e il peso notevole, la moto beneficia di una linea snella ed accattivante, con finiture accurate, accessori di pregio e una verniciatura impeccabile. L’impostazione di guida, prettamente turistica, è sottolineata dalla spaziosa sella biposto e dall’ampio manubrio a “corna di bue” che facilita il controllo in manovra, anche con il passeggero.
Il motore a quattro tempi, quattro cilindri in linea con distribuzione a doppio albero a camme in testa, la cui similitudine esteriore con il propulsore MV Agusta è davvero notevole, si trova alloggiato in un telaio a doppia culla continua in tubi d’acciaio, irrobustito nella zona del canotto di sterzo e all’infulcramento del forcellone, con triangolature di rinforzo in lamiera stampata.
Le prestazioni sono di tutto rispetto e non avevano eguali nella produzione concorrente. La velocità effettiva (212 km/h) è ben superiore a quella dichiarata (200 km/h) e le doti di accelerazione non sembrano accusare gli oltre 250 kg, in ordine di marcia, del veicolo.
Contrariamente ai precedenti modelli con motore 2T, questa Kawasaki sfoggia anche discrete doti di stabilità, a volte inficiate dalla morbidezza delle sospensioni anteriori.
Occorre registrare, infine, una leggera tendenza al surriscaldamento dell’olio motore, in condizioni di prolungato utilizzo estremo.
Produzione
Il modello 900 Z1 è stato costruito, a testimonianza della primigenia bontà progettuale, in quattro successive serie con poche variazioni estetiche e tecniche.
Contrariamente alle abitudini dell’epoca, anche la denominazione del modello subì poche varianti rispetto alle serie ed ai Paesi in cui venne commercializzato:
- “900 Super Four” o “900 Super 4” per la 1ª serie;
- “900 Z1 A” per la 2ª serie;
- “900 Z1 B” per la 3ª serie;
- “KZ 900” o “Z 900” per la 4ª serie.
Gli esemplari prodotti sono 115.089, dei quali 7.423 venduti in Italia.
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Testo tratto e modificato: https://it.wikipedia.org/wiki/Kawasaki_900_Z1
Articolo in collaborazione con : http://curiosando708090.altervista.org