JAGUAR XJ 12 e V12 e XJC (Series II) – (1972/1979) – Gran Bretagna

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Una XJC a 360° con sound – Clicca Sopra

Jaguar XJ

La XJ è un modello di berlina di lusso prodotta dalla Jaguar a partire dal 1968. Nel corso degli anni ne sono state realizzate varie serie ma quella attualmente in produzione, benché conservi l’impostazione e la filosofia tipica del modello, è molto differente dalla versione originaria.
Le serie del modello XJ prodotte sono le seguenti:

  • Series I (1968 – 1973)
  • Series II (1973 – 1979)
  • Series III (1979 – 1986/1992)
  • XJ40 (1986 – 1994)
  • X300 (1994 – 1997)
  • X308 (1997 – 2003)
  • X350 (2003 – 2007)
  • X358 (2007 – 2009)
  • X351 (2009 – in produzione)

Jaguar_XJ _1976

Il 1972 fu un anno determinante per la casa del giaguaro. Sir William Lyons si era ritirato a vita privata nel 1969 e con il contestuale pensionamento di Wally Hassan, autore del motore XK, la guida dell’azienda venne assunta da Geoffrey Robinson, già direttore esecutivo della British Leyland.

Al Salone dell’automobile di Francoforte del 13 settembre 1973, alla vigilia della crisi petrolifera, venne presentata la Series II. Questa scelta di rinnovare la XJ, ormai divenuta un apprezzato modello della casa inglese in tutto il mondo, fu dettata soprattutto dall’esigenza d’adeguamento alle severe norme USA in tema di sicurezza automobilistica ed emissioni inquinanti. La necessità di spostare più in alto il paraurti impose di ridisegnare la calandra rendendola più bassa e larga e, per assicurare un’adeguata portata d’aria al motore, di aprire un’ampia feritoia sotto al paraurti stesso. Il nuovo frontale apparve certamente più moderno ma forse meno personale. Anche gli interni, con l’occasione, vennero aggiornati modificando i pannelli delle portiere, ridisegnando la consolle centrale e la strumentazione.

Jaguar_xj_1975

Per quanto riguarda il motore, tutte le modifiche tecniche furono volte a ridurre consumi ed emissioni, a scapito della potenza massima. Il 6 cilindri da 4,2 litri perse, a causa della drastica riduzione del rapporto di compressione e delle modifiche all’alimentazione, ben 78 CV, scendendo da 245 a 167 CV, mentre il V12, grazie all’adozione dell’alimentazione a iniezione elettronica Lucas, contenne il calo di potenza in 8 CV (272 contro 285 CV) Il già critico motore da 2,8 litri venne definitivamente abbandonato in favore di un nuovo propulsore da 3.442 cm³ XK e 160 CV. Inoltre, tutte le versioni furono equipaggiate con servosterzo a rapporto variabile di serie mentre all’inizio del 1974 venne rivista anche la versione a passo lungo denominandola Saloon, riconoscibile per una più evidente ampiezza del finestrino posteriore.

Jaguar_5.3_V12_Engine

La carrozzeria era molto simile a quella introdotta nel 1968 con il modello XJ6, anche se il vano motore richiese un idoneo allargamento per contenere il più grosso 12 cilindri, che era tuttavia di poco più pesante del suo precedessore a 6 cilindri. I motori per il mercato europeo fornivano 265 cv nel 1972 e 264 nel 1992, mentre le vetture per gli USA erano tutte con 241 cv. Le versioni a carburatore uscirono di produzione nel 1975; gli esemplari della seconda serie, a partire dal 1979, sviluppavano 285 cv, quella della terza serie arrivarono a 299 cv con un consumo migliorato. Disponevano inoltre del cambio automatico Borg Warner, sostituito dopo il 1977 dal GM 400 Hydramatic.

Jaguar_XJ12_1972_5343cc.

Soltanto 3220 XJ12 erano state costruite quando venne introdotta la Serie II nel 1973, che a tutto il 1979 aveva realizzato una produzione di 14.226 esemplari, ma per vendere altri 10.000 esemplari passarono altri dieci anni. All’inizio degli anni ’90 il ritmo produttivo venne ulteriormente ridotto anche perché la vettura era stata superata dalle più giovani rivali.

La sua velocità massima dichiarata era di 225 Km/h mentre il suo costo nel 1974 era di Lire 11.500.000.

La Jaguar coupé XJC

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Nell’aprile dello stesso anno, sulla base del pianale a passo accorciato delle XJ, venne presentata anche la XJC: una rara ed elegante versione coupé con padiglione abbassato, tetto in vinile e l’assenza dei montanti centrali e delle cornici dei finestrini.

Questo modello, fortemente voluto da sir William Lyons già dai tempi della Series I, fu considerata una delle coupé più eleganti del mondo e fu frutto di una lunga gestazione dovuta alla risoluzione dei problemi relativi a spifferi d’aria e acqua nell’abitacolo.

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La XJC venne anche sviluppata per le competizioni dal team Leyland Broadspeed che la utilizzò per partecipare all’ETCC (European Touring Car Championship ) nelle stagioni 1976/1977. La carrozzeria era vistosamente allargata per permettere l’alloggiamento degli pneumatici maggiorati ed il propulsore V12 venne elaborato portandolo ad una potenza di 550 CV. Sebbene fosse una vettura molto apprezzata e dalle prestazioni accattivanti si rivelò troppo pesante e il modello agonistico venne abbandonato.

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La produzione della XJC di serie si concluse nel 1977 e rappresentò la variante coupé delle berline XJ6 4.2 e XJ12 5.3 rimanendo in listino fino al 1978. Fu realizzata complessivamente in appena 10.426 esemplari soltanto nella versione Series II; la XJC può dunque essere considerata una delle più rare tra le Jaguar prodotte in serie.

In assenza della XJC nel 1975 venne presentata la nuova coupé XJ-S, che sostituì la celebre E-Type riscuotendo presto un ottimo successo, mentre la Series II venne sostituita dalla nuova Serie III. B0380

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