Innocenti IM3
Una bella Innocenti IM3 S – Clicca Sopra
Ado 16 è la sigla progettuale di una autovettura di classe media prodotta dalla BMC (British Motor Corporation Ltd) tra il 1962 ed il 1974 e venduta con vari marchi e nomi.
Alla fine degli anni cinquanta, portato a termine il progetto Mini la BMC aveva l’esigenza di pensare ad un modello che, riprendendone i concetti fondamentali (trazione anteriore, motore trasversale, cambio montato sotto il motore), si ponesse un gradino sopra come dimensioni, abitabilità e cilindrata.
Alec Issigonis, incaricato del progetto, tuttavia non si accontentò di realizzare una copia in scala maggiore della Mini, e volle dare alla nuova media BMC una personalità propria. Il colpo di genio furono le sospensioni a ruote indipendenti a bracci triangolari con sistema Hydrolastic. Lo schema prevedeva l’interconnessione tra la ruota anteriore e quella posteriore del medesimo lato attraverso un circuito idraulico.
Al posto degli ammortizzatori c’erano delle sfere riempite per metà d’aria e per metà di liquido idraulico: quando una sfera si comprimeva per effetto di uno scuotimento della ruota, l’aria in essa contenuta andava a spingere l’olio idraulico, attraverso il circuito d’interconnessione, verso l’altra ruota dello stesso lato. I vantaggi di tale sistema erano, un miglior comfort, un minor beccheggio in accelerazione e in frenata e una maggiore stabilità.
Per dare un vestito adeguato all’originalità meccanica, la BMC si rivolse alla Pininfarina, che fornì un’approfondita consulenza. La Ado 16, infatti, aveva una riuscita linea a 2 volumi (con 2 o 4 porte: mancava il portellone posteriore), che sintetizzava alla perfezione modernità (le concorrenti erano tutte a tre volumi) e gusto britannico (piccole pinne posteriori, frontale classico).
Le Ado 16 “italiane” – Innocenti IM3
Di tutte le Ado 16 prodotte fuori del Regno Unito ebbero grande rilievo, almeno sul nostro mercato, quelle assemblate dalla Innocenti di Lambrate.
Nel 1963, infatti la Casa milanese stipulò un accordo con la BMC per costruire in Italia una variante della Ado 16. La vettura, commercializzata all’inizio del 1964 col nome di IM3 (vale a dire Innocenti-Morris 3° modello: gli altri due erano la A40 e la Spider 950), presentava alcune differenze rispetto al modello d’origine, la Morris 1100. Il frontale, ristilizzato da Pininfarina, era, coi suoi fari a sviluppo verticale e l’ampia mascherina, specifico della IM3.
Anche gli interni, caratterizzati da finiture più curate, erano diversi. La Ado 16 italiana, infatti, aveva una plancia specifica rivestita in alluminio satinato, sedili più accoglienti (quello posteriore con bracciolo centrale reclinabile) e “sagomati”, pannelli porta più “ricchi”, pavimento rivestito in moquette (anziché in gomma) ed una dotazione d’accessori più completa.
Anche per il motore la Innocenti fece una scelta mirata: la variante da 55cv (la stessa delle versioni Vanden Plas e MG) del 4 cilindri A-serries di 1098 cm³, anziché quella da 48cv montata sulle varianti Austin e Morris. L’intenzione di rendere la IM3 un modello, diremmo oggi, “premium” era evidente ed anche il prezzo di listino, superiore, addirittura, a quello della ben più grande Fiat 1500, contribuiva allo scopo. Insomma la IM3 era dedicata a quella fetta di pubblico che, pur cercando finiture e dotazioni di livello superiore, non volevano vetture dalle cilindrate e dalle dimensioni impegnative.
Il discreto successo incontrato dal modello, favorito anche dalla linea elegante e dall’abitabilità interna (rispetto alle dimensioni esterne) e dall’ottimo comportamento stradale, indusse l’Innocenti a pensare ad una variante più economica, in grado di competere più direttamente con la Fiat 1100 (la IM3 infatti aveva un prezzo molto più elevato).
Così nel 1965 venne lanciata la I4 (che alcuni chiamano J4 per via della “i” allungata, tipica del marchio “Innocenti”), in pratica una Morris 1100 priva di modifiche (carrozzeria, interni e motore, da 48cv, erano identici all’originale inglese). Nel 1966 venne lanciata anche la I4 S, ossia una I4 col motore da 55cv della IM3. Alla fine degli anni sessanta, quando il modello iniziava a sentire il peso degli anni, la Innocenti riorganizzò la gamma.
La IM3, ritoccata in alcuni particolari minori, divenne IM3 S, mentre le I4 e I4 S lasciarono spazio alla I5. La I5 non era altro che una I4 ristilizzata nel frontale e negli interni. La produzione di entrambi i modelli terminò nel 1974, quando vennero rimpiazzate dalla Regent. B0203
Spunti tratti da : https://it.wikipedia.org/wiki/BMC_Ado_16
Articolo in collaborazione con: http://www.curiosando708090.altervista.org