FIAT 131 ABARTH RALLY
La 131 è una autovettura prodotta dal gruppo Fiat tra il 1974 e il 1985. La 131, presentata al Salone dell’Automobile di Torino nell’autunno del ’74, nacque in un periodo difficile per l’economia europea e per la Fiat in particolare.
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La crisi petrolifera, scoppiata a causa della guerra del Kippur (novembre 1973), facendo salire alle stelle il prezzo del carburante mise, di fatto, al bando le vetture sportive o troppo assetate. L’elevata inflazione, causata dall’aumento dei costi energetici, aveva scatenato scioperi selvaggi e contestazioni che avevano, di fatto, bloccato la produzione della casa torinese.
L’allungamento conseguente dei tempi di consegna favorì l’espansione dei concorrenti stranieri che, in certi casi (come, ad esempio, Peugeot), potevano offrire motori diesel più adatti al clima economico. Il quadro descritto influì notevolmente sul progetto, avviato prima della crisi, dell’erede della valida, ma vecchia, 124.
Occorreva rinunciare ai brillanti, ma assetati, motori bialbero del modello precedente e anche alle versioni sportive coupé e spyder giudicate frivole e inadatte al clima sociale. Ad ogni modo i motori bialbero continuavano a motorizzare tutti gli allestimenti del modello Beta della Lancia (già assorbita tre anni prima dal Gruppo FIAT). Per compensare queste mancanze, la nuova nata doveva offrire solidità, comfort, finiture accurate e sicurezza di buon livello, elementi poco presenti sulla progenitrice e anche su molte altre vetture della concorrenza.
Fiat 131 Abarth Rally
Nel 1976 la Fiat presentò la 131 Abarth Rally, la cui versione stradale venne prodotta in 500 esemplari per essere omologata nel Campionato Mondiale Rally (che vincerà tre volte: 1977, 1978 e 1980). Basata sulla carrozzeria della 2 porte prima serie, opportunamente alleggerita e rinforzata, la Abarth Rally era priva dei paraurti e dotata di parafanghi allargati, spoiler, alettoni e prese dinamiche ed una presa d’aria sul cofano motore.
Sostanziose le modifiche tecniche. Il motore era un 4 cilindri bialbero derivato dal due litri Fiat (e sviluppato dalla Abarth), con distribuzione a sedici valvole e una cilindrata di 1995 cm³ da 140cv nella versione stradale, alimentata da un carburatore doppio corpo (235cv in quella da corsa dotata d’impianto di iniezione meccanica).
La sospensione posteriore, a ruote indipendenti, derivata da quella della 124 Abarth Rally, rimpiazzava quella ad assale rigido di serie, mentre la carrozzeria aveva elementi (cofani, spoiler e parafanghi) in vetroresina o in alluminio (portiere, tetto).
Sulla stessa base l’Abarth allestì anche due prototipi: la 031 (col motore V6 della 130) e la 035 (con un due litri sedici valvole sovralimentato con un compressore volumetrico di tipo roots a lobi, motore che verrà poi utilizzato per la Lancia Rally 037). Queste vetture rimasero allo stadio di prototipo. La prima, con Giorgio Pianta alla guida, vinse il Giro d’Italia automobilistico del 1975.
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