CITROEN MEHARI – (1968/1987) – Francia

CITROEN MEHARI

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Un giro sulla Mehari – Clicca Sopra

Citroen Mehari

La Citroen Mehari era una piccola autovettura per il tempo libero realizzata in ABS, appartenente alla tipologia d’auto conosciuta anche come “spiaggina”. Utilizzava il pianale e la meccanica della 2CV. 

Quello delle “spiaggine” fu un tema in cui molti costruttori europei si cimentarono durante  gli anni cinquanta e sessanta: la voglia di tornare a respirare la vita dopo gli orrori della guerra e le fatiche della ricostruzione furono lo stimolo a concepire particolari tipologie di vetture che ispirassero allegria. Le prime proposte da parte di alcuni carrozzieri rimasero allo stadio di fuoriserie e si limitarono ad una produzione di una manciata di esemplari. Ma nel 1964 dalla Gran Bretagna arrivò la Mini Moke, una vettura di tipo spiaggina che venne prodotta in serie e che riscosse tra l’altro anche un buon successo di vendite.
Non ci volle molto neppure a Pierre Barcot, all’epoca presidente della Citroen, a capire che la realizzazione di una “spiaggetta” Citroen avrebbe riscosso un buon successo di vendite e pertanto si adoperò alla realizzazione dli esemplari di pre-serie: in fondo la base meccanica fu già pronta da anni e non servì riprogettarla.

In realtà, come base meccanica per questa vettura fu scelta quella della Dyane, che però era a sua volta imparentata con quella della 2CV, per cui non ci si distaccò eccessivamente da quella che era l’idea iniziale. Per questo la genesi della nuova vettura di tipo spiaggina fu abbastanza breve. A de la Poype titolare della SEAB (Société d’Exploitation et d’Application des Brevets, ossia Società di sperimentazione ed applicazione dei brevetti) venne tuttavia richiesto inizialmente di produrre i 12 esemplari di pre-serie da destinare alla presentazione alla stampa, presentazione che avvenne presso il campo da golf di Deauville il 16 maggio del 1968.
La presentazione al pubblico avvenne invece il 3 ottobre dello stesso anno al Salone di Parigi: alla fine della kermesse, la Méhari già raccolse 500 ordini.

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Caratteristiche

La vettura venne presentata con il nome di Méhari: essa nasceva sul telaio della Dyane, di cui conservò l’intero comparto meccanico, a partire dal motore bicilindrico da 602 cm3 con raffreddamento ad ariaed in grado di erogare una potenza massima di 29.6 CV DIN (pari a 32.8 CV SAE). Anche le sospensioni e l’impianto frenante, così come sterzo e cambio furono derivati direttamente dalle due popolari utilitarie della Casa del “double chevron”. Motore, cambio ed il resto della meccanica furono fissati su di un telaio a pianale derivato direttamente da quello della 2CV, rispetto al quale, però, venne accorciato di 22 cm per risparmiare ulteriormente peso. Ciò si ripercosse negativamente sull’abitabilità, ma la Méhari non aveva certo le pretese di essere una comoda berlina da famiglia ed anche la potenziale clientela era ben conscia di ciò.

_Citroen_Mehari_1969_posteriore Sul telaio venne imbullonata una inedita carrozzeria in materiale plastico, la cui lavorazione costituì la vera specialità della SEAB: tale soluzione, come già anticipato, permetteva di evitare la formazione di ruggine e garantiva un sensibile risparmio di peso. Inoltre, essendo la plastica utilizzata verniciata nella massa, non si correva neppure il rischio di vernice scrostata. Le zigrinature longitudinali della carrozzeria garantivano migliori doti di rigidità.
Con la sua massa, che a secco era di soli 475 kg, la Méhari riusciva a compensare almeno in parte la modesta potenza del suo propulsore. Le prestazioni infatti, non superavano i 100 km/h. Ma la Méhari di certo non era un’auto fatta per i grandi scatti, bensì indirizzata verso tutt’altro genere di impiego.

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Citroen Mehari motore 1° serie

La Méhari estremizzava il concetto di spartanità già molto evidente sulla 2CV. Si trattava di fatto di una delle auto dalla dotazione più elementare che siano mai esistite. Le portiere erano inizialmente in tela con finestratura in vinile trasparente. I posti posteriori potevano essere rimossi lasciando spazio per un piano di carico ampio (circa 1.2 m2 di superficie) e su cui era possibile caricare fino a 400 kg di portata.

Evoluzione

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Gli esemplari presentati a Parigi e a Deauville erano di pre-serie: questi differivano da quelli definitivi per alcuni particolari, come ad esempio le ruote con coprimozzi, gli indicatori di direzione anteriori sotto i proiettori, i fanalini posteriori in stile 2CV, la ruota di scorta sistemata a sinistra, ecc.
All’impianto SEAB venne in seguito affidato il compito di assemblare i primi 2.500 esemplari definitivi.

Dalla fine del 1969 vi furono lievi aggiornamenti al frontale, consistenti nel ridisegnamento e riposizionamento di alcune luci di servizio, come gli indicatori di direzione frontali.
L’anno seguente, le portiere divennero parzialmente in plastica, mentre apparve una nuova versione a soli due posti ed omologata come autocarro, in modo da risparmiare dal punto di vista fiscale. Contemporaneamente apparvero un nuovo specchietto retrovisore esterno rotondo ed un rudimentale antifurto.

citroen_1968_cars_mehari_ Nel 1972 la gamma si allargò con l’arrivo di una versione denominata Mehari Type Armée e caratterizzata dalla presenza di due batterie.
Nel 1975 venne montato un nuovo cruscotto con voltmetro, mentre due anni dopo l’impianto frenante divenne a doppio circuito frenante e lo sterzo venne maggiormente demoltiplicato.

Nel 1978 la Méhari ricevette una nuova calandra smontabile, mentre gli indicatori di direzione migrarono nuovamente sotto i fari come negli esemplari di pre-serie. Inoltre l’impianto frenante ricevette freni anteriori a disco.

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CITROEN MEHARI gli interni spartani

Nel maggio del 1979 vi fu l’arrivo della Mehari 4×4, versione dalle maggiori velleità fuoristradistiche in quanto provvista di trazione integrale. Rispetto alla versione a trazione anteriore, la Méhari 4×4 montava numerose modifiche tecniche, tra cui un nuovo ponte posteriore con un nuovo differenziale bloccabile. Anche il cambio era differente, avendo sette marce, di cui tre ridotte, mentre l’impianto frenante era invece a quattro dischi. Grazie alla trazione integrale ed al cambio con ridotte, la Méhari 4×4 era in grado di affrontare anche pendenze del 60%. In questa configurazione, il peso a vuoto della Méhari arrivava a 555 kg. La Méhari 4×4 fu addirittura utilizzata come mezzo di pronto soccorso durante i rally in Africa. Dato l’esiguo numero di esemplari prodotti, oggi la Méhari 4×4 è molto rara e molto ambita quindi dagli appassionati. B0132
L’ultima Méhari uscita dalle linee di montaggio è datata 30 giugno 1987.

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