AUDI QUATTRO – (1980/1991) – Germania

Audi Quattro

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Audi quattro nella storia – Clicca Sopra

Audi quattro

L’Audi quattro è un’autovettura coupé prodotta dall’Audi tra il 1980 ed il 1991. Come suggerito dal nome, è nota per essere stata la prima auto europea di grande serie ad adottare la trazione sulle quattro ruote.

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L’Audi Quattro divenne una leggenda grazie al fatto che portava sulla strada le prestazioni di una vera auto da rally. Fu la prima auto ad alte prestazioni con trazione integrale e deve il suo nome proprio alle quattro ruote motrici. Nelle mani di piloti di fama internazionale come Hannu Mikkola, Blomqvist e Mouton, ottenne risultati straordinari, vincendo ben otto titoli del mondiale rally per auto della sua categoria.

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La Quattro fu inizialmente una proposta di uno dei più importanti Ingegneri della Audi, Jorg Bensiger, che per la Casa tedesca progettava i telai; questi notò che la Volkswagen  Itis, un veicolo militare 4×4, sulla neve era capace di surclassare auto molto più potenti, quindi suggerì la progettazione di un mezzo ad alte prestazioni con trazione integrale. Questa idea conquistò il direttore della ricerca Audi, Walter Treser.

La Quattro fu presentata al salone di Ginevra del 1980. La carrozzeria fastback a 3 porte, opera del designer Martin Smith, derivava dalla Coupé GT, ma era facilmente distinguibile per i parafanghi allargati, l’ampio spoiler posto sopra la coda ed i cerchi in lega.

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All’interno erano stati installati sedili sportivi ma la plancia era identica a quella della 80 (anche se nel 1984 sarebbe stata sostituita con una molto più lussuosa dotata di un avveniristico cruscotto digitale parlante con computer di bordo). Fu, comunque, la versione A1 del 1983 a far decollare il modello sulla scena internazionale.

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Debuttò con una vittoria al rally di Monte Carlo, con Mikkola al volante, e continuò la sua striscia di successi in Svezia e in Portogallo. Eclissata dai modelli di grande successo degli anni Novanta e Duemila, la denominazione Quattro è stata recentemente riesumata dalla Audi per le versioni a trazione integrale delle sue potenti berline.

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L’aspetto più interessante naturalmente era la trazione integrale permanente con tre differenziali. Il motore era montato longitudinalmente davanti l’assale anteriore ed il cambio manuale a 5 marce dietro di esso, come nelle convenzionali auto a trazione posteriore. Da qui la potenza veniva trasmessa ad un albero cavo lungo circa 26 cm fino al differenziale centrale che la distribuiva ai due assali, posteriormente all’uscita della scatola ed anteriormente attraverso un albero coassiale a quello primario ed alloggiato dentro di esso.

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La complessa soluzione permetteva di ridurre gli ingombri, inserendo cambio e due differenziali all’interno di un unico gruppo. La trasmissione del moto al differenziale posteriore avveniva tramite un albero in due pezzi, unito da un giunto cardanico e collegato a entrambi i differenziali da giunti omocinetici. Il differenziale centrale ripartiva la coppia in egual misura (50/50) fra i due assali.

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Il differenziale anteriore era sempre libero mentre gli altri due erano bloccabili separatamente tramite comandi sulla console. Tali comandi erano inizialmente dei semplici cavi azionati da leve poste ai lati del cambio a cloche, ma a causa della rumorosità furono presto sostituiti da servocomandi a depressione con tasti di bloccaggio in controfase e commutatori.

Nonostante si trattasse di un modello di costruzione quasi artigianale ed un prezzo che sfiorava i 50.000 marchi, nei primi due anni ne furono realizzate quasi duemila. Oltre al successo di vendite, la produzione era stata impostata fin da subito a circa dieci vetture al giorno per poter procedere più rapidamente all’omologazione nel gruppo 4 del mondiale rally

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La Quattro uscì di produzione nel 1991. In totale ne furono costruite 11.452. Non essendo mai cambiato il nome commerciale dell’auto (salvo per la 20v), le varie versioni vengono abitualmente distinte usando il codice del motore: WR per quella originale, MB per il motore 2.226 cm³ ed RR per il venti valvole. Soltanto per i mercati nordamericano, svizzero e giapponese il motore 2.144 fu prodotto in una versione depotenziata a 160 CV (codice WX) per adeguarlo a più stringenti norme anti inquinamento. A0008

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Articolo in collaborazione con : http://curiosando708090.altervista.org

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